La fiaccola olimpica sfila nella Parigi del 14 luglio: Macron presente, tedoforo Thierry Henry. Emozioni davanti a Notre-Dame e Bataclan
15 Luglio 2024Parigi si prepara alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici con un evento di portata potente, pur in una capitale anomala con larga parte dei parigini partiti per il grande esodo.
Chi è rimasto, nella narrazione dei media transalpini, ha deciso di esserci, di attendere lungo le vie la fiaccola, un’emozione che si ripete ogni 4 anni e che è stata caricata di valenza simbolica con estrema connessione all’attualità, alle ferite aperte della città. E della Francia, in un 14 luglio che segna uno spartiacque.
La sfilata a Parigi a poche ore dall’attentato a Trump I tedofori: da Henry a Noah I passaggi toccanti: Notre-Dame La strage del Bataclan
La sfilata a Parigi a poche ore dall’attentato a Trump
A poche ore dall’attentato a Donald Trump, Parigi ha affrontato un percorso importante sia nella durata – due giorni – sia nella lunghezza, 60 chilometri, fra centro della Ville Lumière e banlieue.
Con momenti toccanti, come quando – al passaggio davanti al Museo dell’Olocausto, la fiaccola è stata portata da Léon Placek, uno dei più noti deportati ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
A 12 giorni dall’apertura dei Giochi Olimpici, il passaggio della fiaccola a Parigi ha riportato l’attenzione su un evento di proprorzioni mondiali dopo settimane di tensione e crisi politica, a pochissimo dalla dirompente notizia dell’attentato al candidato repubblicano. Incertezze interne, scaturite dalle elezioni e da un clima politico di consapevole indeterminatezza e una politica estera segnata da un nuovo fatto, che getta gli Stati Uniti e non solo nell’ossessione sicurezza.
Macron con la moglie Brigitte
I tedofori: da Henry a Noah
A Parigi, l’Olimpiade manca esattamente da 100 anni, l’avventura olimpica e con il 26 luglio si riaccende una serie di facili entusiasmi e di enormi aspettative. Thibaut Vallette, militare a cavallo, capo del corpo degli “Scudieri del Cadre noir di Saumur” e medaglia d’oro a Rio nel 2016, ha portato la fiaccola lungo l’avenue Foch, al centro del corteo militare, fino all’Etoile, dove c’era la tribuna presidenziale.
Poi, è partito il percorso del simbolo olimpico, portato per primo da Thierry Henry, allenatore della nazionale olimpica di calcio ed indimenticato eroe di Francia ’98.
Henry con Anne Hidalgo e Tony Estangue
Il periplo della torcia, che passa di mano in mano per 540 volte in due giorni, avviene con un dispiegamento straordinario di 18.000 fra polizia e gendarmi. Quarantotto ore intense che vedranno l’epilogo a place de la République, con un concerto in piazza gratuito.
Tanti i volti noti dello sport, del giornalismo, dello spettacolo, della tv, che si sono avvicendati oggi come tedofori: primo tedoforo, ribadiamo, il selezionatore della nazionale olimpica ed ex campione del Mondo, Thierry Henry. Un uomo che incarna la Francia di oggi come e quanto Yannik Noah, che ha concluso.
Noah con Stephane Bern, Anne Hidalgo e Tony Estangue
I passaggi toccanti: Notre-Dame
Il Museo dell’Olocausto, che è stato un momento di altissima emozione, ha fatto seguito al passaggio della torcia olimpica davanti alla Cattedrale di Notre-Dame, portata da un pompiere che partecipò allo spegnimento dell’incendio devastante del 2019, pochi mesi prima della pandemia.
Poi la fiamma ha reso omaggio alla Sorbona, entrando nella prestigiosa univesità, e a Pierre de Coubertin, che fondò il Comitato olimpico in una cerimonia proprio nella celebre università. Ambiente di festa poco dopo, nel Marais, quando la fiaccola è stata impugnata da una delle più celebri drag queen, Minima Gesté, festeggiata dalla comunità LGBTQ+.
Quindi la Bastiglia, il luogo più simbolico e concreto nel giorno della festa nazionale francese che veicola emozioni profonde ed evocative con un richiamo alla storia della Francia rivoluzionaria e in progressione nell’acquisizione dei diritti rivendicati attraverso la Rivoluzione del 1789.
La strage del Bataclan
Altro momento cardine di questa staffetta è stato il passaggio davanti al Bataclan, dove un commando di terroristi fece strage durante un concerto il 13 novembre 2015, lasciando nel teatro 90 persone uccise, compresa la giovane ricercatrice Valeria Solesin. Un commando jihadista seminò il terrore nel cuore della Francia liberale, multiculturale e progressista e dell’Europa, sacrificando la vita di 130 persone e ferendone 450.