Ormezzano: “Ero ghostwriter di Ferrari, con Bearzot rischiai arresto, la telefonata dell’Avvocato”
22 Agosto 2024Una vita sul campo. Gian Paolo Ormezzano, 25 Olimpiadi alle spalle, apre lo scrigno dei ricordi. Da Enzo Ferrari a Bearzot, passando per l’Avvocato: alla soglia degli 89 anni l’ex direttore di TuttoSport, colonna de La Stampa e tifoso appassionato del Toro, si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera.
Ormezzano, la morte di Coppi e il retroscena su Enzo Ferrari Il ricordo della tragedia di Superga e l’avvocato Gianni Agnelli La cena saltata e quella memorabile con Bearzot e Sivori
Ormezzano, la morte di Coppi e il retroscena su Enzo Ferrari
Il primo scoop, quello che diedi inizio alla sua brillante carriera è legato alla morte di Coppi del 2 gennaio 1960. “I capoccia del giornale erano reduci dal veglione e la malattia non sembrava grave, così spedirono a Tortona il giovanotto di redazione – racconta Ormezzano al CorSera -. Fu un servizio a colpi di edizioni straordinarie. Il direttore di Tuttosport, Antonio Ghirelli, si complimentò, rimproverandomi però l’uso della parola superuomo. Poco dopo mi mandò a Squaw Valley per la prima delle mie 25 Olimpiadi”. Il giornalista rivela anche di essere stato “il ghostwriter di Enzo Ferrari, ma non si doveva sapere”. Compito ingrato, perché “quando si spargeva la voce che era morto, toccava a me chiamarlo per chiedergli se era vero: “Cosa vuoi, vagabondo?” mi rispondeva”.
Il ricordo della tragedia di Superga e l’avvocato Gianni Agnelli
Il Toro nel cuore e la tragedia di Superga, da cui sono trascorsi 75 anni lo scorso 4 maggio, che è un dolore incancellabile. “Per me è l’assoluto. È l’unica cosa in cui il mio amico fraterno Boniperti, che ha chiamato il suo primogenito Gian Paolo come me, non osava contraddirmi. Lui, come Gianni Agnelli, amava pazzamente quella squadra”. Dell’Avvocato dice: “La chiamata più strana non fu di mattina: mi convocò per chiedermi se non credevo che il granata Gabetto somigliasse molto a Padovano, l’attaccante della Juve…”.
La cena saltata e quella memorabile con Bearzot e Sivori
Gianni Minà lo invitò a con Alì, Sergio Leone, De Niro e Garcia Marquez, ma Ormezzano declinò: “perché pensavo che mi pigliasse per il sedere! Gli risposi che io cenavo col Papa”. Quindi riavvolge il nastro a un’altra cena: “Argentina 1978, con Bearzot e Sivori. Omar aveva appena terminato di lamentarsi per ciò che si scriveva sulla dittatura, quando ci bloccò la polizia segreta per controllarci i documenti. Bearzot lo pregava: ‘’Omar non fare scenate, se no ci ammazzano’”.