Olimpiadi, Egonu e il bacio a Moki De Gennaro: cos’è successo dopo il 3-1 dell’Italvolley alle dominicane
28 Luglio 2024A Parigi l’Italia del volley femminile archivia il suo debutto alle Olimpiadi con la vittoria per 3-1 sulla Repubblica Dominicana. Il finale è un momento di soddisfazione collettiva nel quale le azzurre si godono il successo e in cui resta una diapositiva tra tutte: quella dell’abbraccio corale delle 12 di Julio Velasco con tanto di bacio sulla guancia. Mittente Paola Egonu, destinataria Moki De Gennaro.
Rompere il ghiaccio: il momento più temuto Il momento in cui l’Italia ha vinto la partita Velasco, la maschera e il sorriso Foto di gruppo: Egonu bacia De Gennaro
Rompere il ghiaccio: il momento più temuto
Le azzurre, forti di un pronostico sempre più generale e condiviso che le vede tra le principali candidate alla medaglia d’oro, temevano soprattutto l’esordio: in primo luogo perché iniziare un girone che ti mette di fronte a Turchia e Olanda senza un successo contro le dominicane avrebbe complicato maledettamente i piani; secondo poi per una legge tacita e conosciutissima: rompere il ghiaccio è la cosa più difficile e temuta.
È filato via tutto liscio: qualche fase di amnesia non ha compromesso un match che le azzurre hanno saputo gestire senza affanni. La fase di incertezza più evidente è arrivata tra secondo e terzo set: la coda del secondo è andata malissimo, l’Italia spreca un set point, si fa rimontare e perde il set. Nel terzo abbiamo vissuto un avvio complesso: punto a punto senza he il muro e l’attacco riuscissero a sgasare.
Il momento in cui l’Italia ha vinto la partita
Dalla seconda parte della terza frazione, invece, siamo andati dietro a Paola Egonu: quando Paoletta ha cominciato a fare la differenza, anche la resistenza delle dominicane – comunque brave a non sfaldarsi e restare in partita – ha vacillato. Si chiude con 25 punti il personale di Egonu: Paoletta top scorer, nel quarto set s’è messa in vetrina e due o tre volte, in ascensore, s’è goduto il panorama che stava oltre la rete da posizione dominante.
I margini di miglioramento sono evidentissimi, tanto suoi che delle azzurre. Bene Myriam Sylla, non esente da imperfezioni ma in grado di fare la voce grossa nei momenti in cui c’era bisogno di una pronta reazione. In doppia cifra anche il capitano: Anna Danesi c’è, eccome. Libere di testa, De Gennaro e compagne non hanno sbagliato più e, nell’ultimo dei quattro set, si sono messe al riparo: sette match point, al sesto hanno chiuso la partita.
Velasco, la maschera e il sorriso
Julio Velasco ha sorriso alla fine, prima s’è tenuto abbottonato: anche durante l’inno, per dirne una, era il più serio. Maschera in volto, l’espressione di chi non vuole sbagliare niente. Qualche smorfia, il ct, l’ha lasciata libera di esprimersi solo in occasione di un paio di errori gratuiti nostri. Oppure nel paio di volte che le dominicane hanno fatto ricorso al check.
Ma per vedergli un sorriso vero c’è stato bisogno di quell’ultimo punto partita. E poi? Poi sono iniziati i dieci minuti di soddisfazione: troppo presto per festeggiare ma già on time per essere contente. Il gruppo che si stringe nell’abbraccio corale, i singoli momenti di gioia a due e la foto di rito. Tutte vicine, chi in piedi, chi in ginocchio e chi seduta.
Foto di gruppo: Egonu bacia De Gennaro
Nell’ultimissima diapositiva che arriva dalla South Paris Arena sono tutte strette in un’unica morsa: non c’è Velasco – ma Lucchetta a suo tempo l’ha detto: gli allenatori sono parte della squadra ma non sono la squadra – ma le pallavoliste ci sono tutte. Buona parte in posizione eretta, tre inginocchiate: Cate Bosetti, Carlotta Cambi e Loveth Omoruyi.
Solo due sedute: Paoletta e Moki De Gennaro. Egonu cinge il libero in un abbraccio e poi le stampa un bacio sulla guancia. A testimonianza di un legame – il loro – che speciale lo è da tempo: sono intime, complici, amiche, confidenti. Capita spesso – anche nei ritiri azzurri – di vederle sorridere, scherzare, cercarsi. Resta un abbraccio particolare che va a confluire in quello, collettivo, di tutta la nazionale del volley femminile. Che, in questo affiatamento – non era così, per ricordarlo, dodici mesi fa – ricorda parecchio quella maschile costruita da Fefè De Giorgi. Uno che, manco a dirlo, è cresciuto a lezione, guadacaso, da Julio Velasco.