Martinenghi, l’oro dell’Italia e il ritorno prepotente della coppettazione. Che cos’è la cupping therapy
29 Luglio 2024Sulla schiena di Nicolò Tete Martinenghi c’è il segno della fatica, degli allenamenti e a intervalli regolari quei lividi violacei che quasi non destano più stupore alle Olimpiadi parigine, da quel tempo ormai neanche così remoto in cui si incominciava a prendere confidenza con l’antica pratica della coppettazione.
Quella cupping therapy che fece di Gregorio Paltrinieri uno dei testimoni vibranti di quanto potesse giovare una simile tecnica a chi, come i nuotatori, necessitava dei benefici che ne scaturiscono. Sia a livello fisico, sia a livello psichico.
Tete Martinenghi, oro nei 100 rana e i lividi sulla schiena Che cos’è il cupping o coppettazione I benefici che derivano dalla tecnica L’inizio della diffusione nel nuoto
Tete Martinenghi, oro nei 100 rana e i lividi sulla schiena
Di Tete Martinenghi, oro olimpico nei 100 rana, abbiamo imparato a comprendere la sua scaramanzia nel canatre l’Inno, il suo candore nell’ammettere l’apprezzamento per la Divina Commedia di Dante Alighieri, i suoi endecasillabi e le terzine che hanno accompagnato l’adolescenza di ciascuno. Un campione, un giovane uomo di neanche 25 anni che si stupisce, esplicitando come essere i migliori non sempre paga quanto diventare i più attenti, concentrati.
Anche nell’immagine simbolo in cui viene immortalato il bacio alla sua fidanzata, Adelaide Radice, la sua schiena con i tipici segni causati dall’uso della coppettazione è una testimonianza del ricorso dei nuotatori all’antica tecnica di medicina alternativa che anche quella tradizionale ammette o almeno non esclude nella preparazione di nuotatori e nuotatrici.
I segni sulla schiena del campione olimpico
Che cos’è il cupping o coppettazione
Che cosa sia il cupping o coppettazione, dunque, non è una questione banale: costituisce l’attuazione di una tecnica antichissima e utilizzata in primis dalla medicina tradizionale cinese. Attualmente viene utilizzata come terapia antalgica e miorilassante, attraverso una azione di “suzione” sulla cute abbassa la percezione del dolore e riduce il tono muscolare.
Sono diversi gli sportivi che vi ricorrono, in particolare i nuotatori, che presentando evidenti i segni della coppettazione sulla pelle.
I benefici che derivano dalla tecnica
Quali sono i benefici? Il cupping consente di lenire i dolori e le tensioni a livello muscolare, ma andrebbe effettuata da specialisti che abbiano competenze nel campo medico. In termini pratici, consiste nell’applicazione sulla pelle di coppette di vetro e la rimozione dell’ossigeno al loro interno mediante fiamma o tramite aspirazione con appositi macchinari.
Quando si crea il vuoto, la pelle e lo strato sottostante vengono risucchiati, richiamando più sangue. Il maggior afflusso di sangue e il calore prodotto stimolano il rilassamento del muscolo e aiutano ad attenuare il dolore: il trattamento avviene in pochi minuti e produce quei segni evidenti, lampanti e tipicamente circolari che abbiamo già notato sui nuotatori in corsa per le medaglie olimpiche.
Paltrinieri con i segni della coppettazione
L’inizio della diffusione nel nuoto
Una certa celebrità questa tecnica l’aveva conquistata già, infatti, durante i Giochi Olimpici di Pechino, quando le Olimpiadi cinesi avevano in qualche modo accesso l’attenzione medicatica sulla coppettazione. Era il 2008 e le nuotatrici e i nuotatori del Paese ospitante esibivano sulla loro schiena questi segni circolari, che indicavano in maniera inequivocabile il ricorso alla cupping therapy suscitando l’immediato scatto da parte degli altri atleti e atlete pronti a emulare i colleghi cinesi.
Da allora, con alterne fortune, le coppette si percepiscono attraverso quei segni inequivocabili. Cerchi più o meno perfetti che hanno accompagnto le medaglie di Michael Phelps, di Greg Paltrinieri (a Olimpiadi e Mondiali) e ieri anche l’oro azzurro dell’immenso Tete Martinenghi.