Tennis, ATP 500 Washington: Cobolli, che peccato! Sogna per un set, poi cede a Korda

Tennis, ATP 500 Washington: Cobolli, che peccato! Sogna per un set, poi cede a Korda

5 Agosto 2024 Off Di

Ha sognato per un’ora, poi ha ceduto all’esperienza e alla maggiore predisposizione a certi tipi di battaglie di Seb Korda. Che s’è preso l’ATP 500 di Washington, il torneo che da inizio alla stagione sul cemento nordamericano, certo “oscurato” dalla contemporanea corsa del torneo olimpico ma tale comunque da ribadire al mondo intero che dietro Jannik Sinner c’è un movimento italiano che si muove all’unisono. Con Flavio Cobolli che ha raggiunto la prima finale in carriera, che per un set almeno è sembrata bella come poche altre: avanti 6-4, il tennista romano ha poi ceduto al ritorno di Korda, che gli ha lasciato appena due game nei due parziali successivi.

Best ranking e un pieno di fiducia Un set perfetto, poi una resa senza appello

Best ranking e un pieno di fiducia

Poco male: la delusione per una finale che sembrava essersi messa sui binari giusti rimane, unita però alla consapevolezza che da questo torneo sia uscito un Cobolli decisamente rinfrancato e in grado di spingersi verso nuovi orizzonti. E che ha saputo andare oltre all’amarezza per non essere stato della partita a Parigi.

Intanto da oggi sarà numero 33 al mondo, best ranking raggiunto proprio alla vigilia di una seconda parte di estate nella quale non avrà molti punti da difendere, pertanto destinato a poter scalare ulteriormente la classifica. Curiosamente Flavio s’è messo in scia di Luciano Darderi, che è un gradino più sopra (li separano la miseria di 8 punti), e la sfida per chi sarà il terzo tennista italiano dietro Sinner e Musetti ripartirà da Montreal, dove questa settimana tornerà anche Jannik e dove si sposterà buona parte della carovana presente al torneo di Washington.

Un set perfetto, poi una resa senza appello

Cobolli nel DC ha fatto vedere grandi cose, salvando 5 palle match agli ottavi contro Davidovich Fokina per poi battere Ben Shelton in semifinale. Contro Korda l’atto conclusivo è filato via liscio rapido (appena 94’), di cui i più combattuti sono stati i primi 40’, che hanno visto l’italiano difendersi bene al servizio e sfruttare l’unica vera flessione mostrata dal piglio di Petr, che quando ha servito per restare nel set sul 5-4 per Cobolli s’è complicato la vita andando sotto 0-30, risalendo la corrente ma concedendo una palla break che il romano ha convertito nella palla del set.

Nel secondo però le percentuali al servizio sono calate e Korda nel quinto gioco ha trovato il primo break di giornata, collezionando tre palle per il 3-2 (buona la terza). Da quel momento in poi per Cobolli è come se si spegnesse la luce: lo statunitense al servizio si mostra solidissimo, concedendo le briciole (82% di punti vinti con la prima) e la partita prende la sua ineluttabile piega.

Le palle break si sprecano (Korda ne arriva ad accumulare 12) e di fatto la partita non ha più storia, con Flavio che può solo recriminare per un paio di opportunità avute a inizio terzo set per ottenere un break che pure non arriva più. Korda vince in DC 32 ani dopo papà Petr, ma il tennis italiano può continuare a sorridere e a “minacciare” i piani alti dell’ATP. Aspettando che Sinner torni a fare il capopopolo già in Canada.

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