Ceccon contro Tamberi, da un post di Pucci si arriva al delirio mediatico della fake news

Ceccon contro Tamberi, da un post di Pucci si arriva al delirio mediatico della fake news

13 Agosto 2024 Off Di

È bastato che Thomas Ceccon ripostasse uno scritto del comico Andrea Pucci – in cui tesse le lodi nuotatore, del suo essere atleta vincente e silenzioso – per scatenare l’inferno mediatico. Prima conclusione artatamente confezionata: Pucci ce l’aveva con Tamberi. Seconda conclusione, la conseguenza logica della prima: il repost di Ceccon è una stilettata a Tamberi.

Ora: che ci siano elementi a me sconosciuti e riconducibili a screzi tra il nuotatore e l’altista? Può anche essere, ne prenderò atto ex post. E Pucci stesso: non nomina mai Tamberi, lascia segni evidenti del fatto che non sopporta gli sportivi con mania da protagonismo ma non fa cenno di nomi né di cognomi.

Pensa te, a me sono venuti in mente i calciatori invece no. Ho scoperto che per mezzo mondo Pucci e Ceccon ce l’hanno con Tamberi. Ma perché si arriva a Tamberi?

Gimbo e la sovraesposizione Si può dare a Tamberi della vittima? Alla fine di tutto sarebbe sparito, come ha sempre fatto Fosse così, sarebbe gravissimo. Ma non è così

Gimbo e la sovraesposizione

Gli ultimi giorni delle Olimpiadi di Gimbo sono stati mediaticamente importanti: sul lato comunicativo ha vinto quello che in pista non è riuscito a mettersi al collo, ha raccontato per filo e per segno – non è stato un live ma gli aggiornamenti in tempo reale non sono mancati – le speranze che crescevano piano e i drammi che le hanno smontate in fretta.

Gimbo ha detto in presa diretta che la sua Olimpiade era finita prima ancora che arrivasse il momento di gareggiare: le coliche che tornano, il giro in ospedale, il fisico svuotato, la mente pure. Una coda olimpica vissuta malissimo: doveva essere la gara della vita.

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Si può dare a Tamberi della vittima?

La sovraesposizione di Tamberi, tuttavia, è una eccezione: pe quanto caratterialmente diverso da uno come Ceccon – o forse solo più adulto, più esperto, atleta a fine corsa – non è mai stato un protagonista fastidioso, eccessivo, petulante, invadente. Pratica una disciplina – il salto in alto dell’atletica leggera – cui diamo importanza una volta all’anno: in occasione degli europei e dei mondiali.

L’eccezione sono i Giochi, una volta ogni quattro anni. In che modo Tamberi può essere considerato uno che “fa scene da protagonista, fa l’attore, fa la vittima?”. Questo scrive Pucci riferendosi non si sa a chi ma per i social il destinatario può essere solo lui: Tamberi. Pensa te, io ho letto il post e ho pensato a più di un calciatore.

Alla fine di tutto sarebbe sparito, come ha sempre fatto

Scene da protagonista: è stato capopopolo in occasione della cerimonia inaugurale, s’è preso la scena e ha vestito panni naturalissimi e trainanti. Ha fatto il portabandiera della spedizione azzurra e ha perso la fede nella Senna; ha preso un aereo con il Presidente, Sergio Mattarella, e ne ha parlato in termini lusinghieri; s’è ritirato nei giorni successivi e non s’è sentita mosca fiatare. Ha postato il giorno prima della partenza per dare l’allarme: Gimbo in ospedale con le coliche, tre anni di sacrifici forse gettati via.

Da lì in poi, direttamente o indirettamente, Gimbo è stata la notizia dei giorni successivi. Tutto si è detto e tutto si è scritto. Sognava l’ultima Olimpiade in altra maniera: godersi ogni istante di avvicinamento all’impresa per cui ha lavorato durissimo, forse anche troppo. Poi godersi l’impresa. Bissare l’oro di Tokyo. Poi, probabilmente, ritirarsi e cambiare vita. In ogni caso, alla fine dei Giochi avrebbe fatto quello che ha sempre fatto. Sparire, ripresentarsi in camera ogni tanto, farsi i fatti suoi. Dare dell’attore a Gimbo, e perché? Per una settimana di popolarità rinforzata? Scelta peraltro che non mi ha entusiasmato ma pure ho compreso.

Fosse così, sarebbe gravissimo. Ma non è così

E vittima: farebbe la vittima per quale motivo? Semmai è stato vittima di un maledetto infortunio nel momento peggiore. In ospedale ci è finito veramente. Tre anni di allenamenti e sacrifici micidiali li ha fatti, i segni stanno tutti su quel corpo e forse anche in quello che gli è successo di recente.

In ogni caso: sa Pucci a chi è rivolto quel post, oltre a Ceccon. Fosse anche Tamberi, che il comico la pensi così è roba sua.

Ma immaginare anche lontanamente che Ceccon possa reindirizzare un attacco a Tamberi, pensando che ne sia il legittimo destinatario, è francamente squalificante per Ceccon, per chi ne prova stima e per chi lo ha a cuore.

Sarebbe un fatto gravissimo, tra due atleti – uno a fine corsa peraltro e ultimo portabandiera azzurro, l’altro appena sbocciato e con un futuro davanti – che hanno rappresentato e rappresentano l’Italia. E dico sarebbe, perché so benissimo che parliamo di un irreale certo che esiste solo e soltanto dove sovente si dà da bere alla sete di irrealtà. L’angolo dei commenti social.

Pensa te, tanto per dire: io ho letto il post e mi sono venuti in mente subito diversi calciatori.