Napoli, Conte e i primi 100 giorni azzurri: tutti pensano che debba vincere sempre io. La Juve? Basta essere provinciali

Napoli, Conte e i primi 100 giorni azzurri: tutti pensano che debba vincere sempre io. La Juve? Basta essere provinciali

13 Settembre 2024 Off Di

E’ passato meno di un mese da quel 17 agosto, vigilia della prima di campionato a Verona, quando in conferenza Antonio Conte fece venire i brividi a tutti i tifosi, parlando di rifondazione appena cominciata, di squadra che non a caso era arrivata decima l’anno prima, di mercato deludente. Il giorno dopo il suo Napoli fu travolto al Bentegodi e i tifosi entrarono in depressione. Ne son cambiate però di cose da allora: due vittorie contro Bologna e Parma, tanti nuovi arrivi, da Lukaku a McTominay e Gilmour e l’ottimismo che è tornato poi a regnare in città. Domani c’è il test con il Cagliari, che dovrà dire se il Napoli è tornato una grande davvero.

Conte elogia gli sforzi di Lukaku Conte non scappa dalle responsabilità Conte e i 20 anni di De Laurentiis

Conte elogia gli sforzi di Lukaku

L’arrivo di Lukaku è quello che maggiormente ha restituito il sorriso a Conte: “Ha approfittato della sosta per rimettersi a livello fisico e integrarsi a livello tattico, c’è una grande predisposizione da parte sua e sta migliorando sotto ogni punto di vista. Kvara è tornato con un problema alla caviglia, per entrambi valuteremo in questi giorni”. Cento giorni fa l’annuncio di Conte allenatore del Napoli, il primo bilancio è altalenante: “Sono stati 100 giorni intensi, si è dovuto lavorare in campo e fuori e anche tanto, a 360 gradi. Mi ritengo soddisfatto, hanno dato un indirizzo ed è stato importante per me e il Napoli”,

Conte non scappa dalle responsabilità

Continuano tutti a vedere il Napoli tra le favorite: “Mi porto dietro sempre pressione e responsabilità, avendo vinto in passato. Ci si aspetta sempre tanto da me, lo dicevate anche quando ci mancava mezza squadra. Non mi sottraggo a questa responsabilità, dobbiamo crescere, il presidente ha parlato di anno zero, per me non è proprio anno zero ma se prendi 7 giocatori e ne cedi 12-13 c’è un cambiamento importante. So cosa mi aspetta, l’unica mia arma è il lavoro, il mercato ha portato dei miglioramenti rispetto all’inizio, sicuramente ci saranno delle situazioni da valutare. L’intenzione è quella di scegliere l’abito migliore per il Napoli, noi allenatori siamo dei sarti. Stiamo lavorando, ma situazioni difensive e offensive non si preparano da un giorno all’altro”.

McTominay e Gilmour sono gli ultimi arrivati: “Ho avuto ottime impressioni, li ho conosciuti in Premier, ci alzano il livello, portano competizione e questa deve essere la nostra strada, quella di creare una rosa competitiva senza posti prestabiliti, senza ragionare da provinciali”. Domani c’è il Cagliari: “Squadra tosta, Nicola è un allenatore sottovalutato che ha sempre fatto bene, troveremo un ambiente caldo ma occorre la consapevolezza di voler dare continuità di prestazioni e di risultati”

Conte e i 20 anni di De Laurentiis

Si sono celebrati 20 anni dell’era De Laurentiis, Conte vorrebbe scrivere una nuova pagina bella: “Il mio lavoro a Napoli è appena iniziato, oggi è difficile trovare una famiglia come quella di De Laurentiis che si impegna per tanti anni, gli va dato merito, vedendo anche il grande percorso fatto con la squadra presa in C e portata a livelli importanti. Aver sentito le sue parole e la sua commozione nel parlare di questi 20 anni fa capire quanto si siano impegnati per Napoli e i napoletani. Ha parlato anche dell’importanza di continuare la crescita anche extracampo. Quando sono arrivato all’Inter Appiano era un disastro e ora è un fiore all’occhiello, un buon centro sportivo porta anche punti in più in classifica”.

Dopo Cagliari ci sarà la Juve ma per Conte è presto per parlarne: “Non dobbiamo essere provinciali, dobbiamo pensare solo alla partita di domani che diventa quella più importante, non ci deve interessare chi c’è dopo in calendario, dobbiamo mettere i paraocchi e guardare solo la nostra corsia per correre veloce”. Capitolo modulo, Conte in passato non s’era detto entusiasta del 4-3-3: “Io parto dal presupposto che non si può pensare che sol perché da anni giochi così devi continuare a farlo, devi vedere le caratteristiche di chi hai. Ora con i nuovi arrivi si aprono altre possibilità ma sui sistemi di gioco c’è da lavorare”.