Fiorentina, Bove racconta il malore e si confessa: “Devo fare visite importanti”. Poi svela la telefonata con Eriksen
17 Marzo 2025Ci sarà un prima e un dopo, nella vita di Edoardo Bove, rispetto al minuto 17 di quel Fiorentina-Inter dell’1 dicembre 2024: il “prima” è noto, il “dopo” è ancora tutto da costruire. Va da sé che l’importante è che ci sia, un dopo.
- Bove si racconta a Bsmnt
- Bove e il caso Astori
- Il futuro all’estero
- Bove si confessa
- I ricordi di quel Fiorentina-Inter
- I primi momenti al risveglio
- Bove, immagini che fanno male
- “Una parte di me non ci crede”
- Bove ringrazia la Fiorentina
Bove si racconta a Bsmnt
“Nel futuro dovrò fare delle visite importanti che mi diranno se posso togliere il defibrillatore e in tal caso che cosa poi dovrei fare. Dopo il malore ho sentito Eriksen, è stato molto gentile, mi ha dato molti consigli, mi ha dimostrato la sua vicinanza e mi ha detto di stare con la mia famiglia e di riposare”. E’ quanto ha raccontato Edoardo Bove a “Bsmnt“, il podcast curato dal dj Gianluca Gazzoli.
Bove e il caso Astori
“Quanto mi sento legato al caso Astori? Penso che la mia vicenda sia stata vissuta da Firenze con grande apprensione e partecipazione proprio per quanto accaduto a Davide. Tanti hanno pensato che lui da lassù mi abbia fatto restare qui e tanti all’interno della Fiorentina me lo dicono e anche a me piace pensarlo. Non ho avuto la fortuna di conoscere Astori ma dentro il centro sportivo è presente ovunque”.
Il futuro all’estero
In Italia la normativa sull’abilitazione allo sport professionistico è molto severa, come giusto che sia, tant’è che lo stesso Eriksen è tornato a giocare in Inghilterra: in questo senso il futuro del centrocampista di proprietà della Roma è ancora tutto da scrivere. “Andare a giocare all’estero? Lo farei, lo devo a me stesso e per tutti i sacrifici che ho fatto – ha aggiunto – sono ancora giovane, non posso pensare di mollare, l’idea di smettere di giocare a calcio per me è inconcepibile. So chi è Edoardo con il calcio, ma senza ho pausa di scoprirlo. Ovviamente è importante anche stare bene mentalmente, se non mi sentissi sicuro senza il defibrillatore cambierebbe tutto“.
Bove si confessa
La strada però è ancora lunga: “Ancora non c’è nulla di definito e ciò mi fa ben sperare per il futuro. I medici mi hanno subito avvertito che impiantare questo salva vita era la cosa migliore, sto imparando a conviverci, quando dormo su un certo lato o faccio certi movimenti lo sento, all’aeroporto – ha sorriso – mi garantisce una corsia preferenziale. Nella tragedia, mi sento fortunato: quando mi sono sentito male, ero al posto giusto nel momento giusto”.
I ricordi di quel Fiorentina-Inter
Quanto ai ricordi di quel Fiorentina-Inter ha raccontato: “Rammento il primo quarto d’ora della gara, il gol poi annullato a Lautaro, io avvertivo già un po’ la testa girarmi anche se il cuore lo sentivo battere normalmente, pensavo fosse un problema dovuto all’alimentazione. Mi sono accasciato per far finta di allacciare le scarpe, perché non stavo bene. E lì secondo me ho fatto peggio: quando mi sono rialzato, sono andato giù”.
I primi momenti al risveglio
“Ma senza sentire nulla al petto. So che per ogni persona è differente, ma da parte del mio cuore non ho avuto avvisaglie E quando mi sono svegliato all’ospedale non ricordavo nulla, mi toccavo le gambe, la testa: pensavo di aver fatto un incidente. Mi hanno raccontato che in in ambulanza ero abbastanza…indemoniato. Dopo che mi hanno rianimato cercavo di mordere, ho fatto un bel casino. Le prime persone che ho visto? Il mister, il ds e il dg”.
Bove, immagini che fanno male
“La cosa incredibile su cui mi soffermo è come il cervello tenda a fare un processo isolato da solo senza che tu glielo chieda, facendoti dimenticare certe cose. Più avanti ho voluto rivedere il momento in cui ho perso i sensi, all’inizio quelle immagini non mi hanno infastidito, rivedendole dopo un po’ di tempo è stato come tornare indietro e per questo un po’ mi ha turbato“.
“Una parte di me non ci crede”
“Erano davvero felici di vedermi. Hanno avuto paura in tanti: mi ha fatto capire l’importanza e la gravità di quello che era successo. Ancora adesso una parte di me non vuole credere a ciò che è avvenuto. Io mi sono sempre sentito un po’ un supereroe, ma ora esce fuori una parte vulnerabile. Immagino se mi fosse successo a 15 anni, il rammarico di non sapere dove sarei potuto arrivare avendo obiettivi mi avrebbe davvero distrutto. Se ti succede prima… non oso immaginare”.
Bove ringrazia la Fiorentina
Inevitabile una riflessione sul destino di un giovane calciatore che ora vede la propria carriera in bilico: “Talvolta mi chiedo perché sia successo proprio a me, perché gli altri possono giocare e io no. Però ho capito poi che sono stato molto fortunato, per questo quasi mi sento in colpa quando mi pongo certe domande”. Infine un pensiero sulla Fiorentina: “Devo ringraziare questa società, sono rimasto a Firenze per restituire tutto l’affetto ricevuto, in questo momento sono in vacanza alla Fiorentina e loro continuano a pagarmi, non è una cosa normale.